Ch’io mai vi possa lasciar d’amare,
No, noI credete, pupille care,
Nemmen per gioco v’ingannerò.
Voi sole siete le mie faville,
E voi sarete, care pupille,
Il mio bel foco sin ch’io vivrò.
PIETRO METASTASIO (1698-1782)
La partenza
Ecco quel fiero istante,
Nice, mia Nice, addio;
Come vivrò, ben mio,
Così lontan da te?
Io vivrò sempre in pene,
Io non avrò più bene,
E tu, chi sa se mai
Ti sovverrai di me?
Sempre nel tuo cammino
M’avrai vicino,
E tu, chi sa, se mai
Ti sovverrai di me?
PIETRO METASTASIO
L’invito
Vieni, o Ruggiero,
La tua Eloisa
Da te divisa
No, non può restar:
Alle mie lacrime
Già rispondevi,
Vieni, ricevi Il mio pregar.
Vieni, o bell’angelo,
Vien, mio diletto,
Sovra il mio petto
Vieni a posar!
Senti se palpita,
Se amor t’invita,
Vieni, mia vita,
Vieni, fammi spirar.
CONTE CARLO PEPOLI (1796-1881)
La gita in gondola
Voli l’agile barchetta,
Voga, voga, o marinar,
Or ch’Elvira mia diletta
A me in braccio sfida il mar.
Brilla in calma la laguna,
Una vela non appar,
Pallidetta è in ciel la luna,
Tutto invita a sospirar.
Voga, voga marinar …
Se ad un bacio amor t’invita,
Non temer, mio bel tesor,
Tu saprai che sia la vita
Sol nel bacio dell’amor.
Ma già un zeffiro sereno
Dolce ondeggia il mar,
Vieni, Elvira, a questo seno
Vieni, e apprendi a palpitar!
Voga, voga marinar …
CONTE CARLO PEPOLI
La pastorella dell’Alpi
Son bella pastorella,
Che scende ogni mattino
Ed offre un centellino
Di fresche frutta e fior.
Chi viene al primo albore
Avrà vezzose rose
E poma rugiadose,
Venite al mio giardin.
Chi nel notturno orrore
Smarrì la buona via,
Alla capanna mia
Ritroverà il cammin.
Venite, o passaggiero,
La pastorella è qua,
Ma il fior del suo pensiero
Ad uno sol darà!
CONTE CARLO PEPOLI
La regata veneziana
Voga, o Tonio benedeto,
Voga, voga, arranca, arranca:
Beppe el suda, el batte l’anca,
Poverazzo el nol pò più.
Caro Beppe el me veccieto,
No straccarte col te remo;
Za ghe semo, za ghe semo,
Spinze, daghe, voga più.
Ziel pietoso, una novizza
C’ha el so ben nella regada,
Fala, o zielo, consolada,
No la far stentar de più.
CONTE CARLO PEPOLI
L’orgia
Amiamo, cantiamo
Le donne e il liquor,
Gradita è la vita
Fra Bacco ed Amor.
Se Amore ho nel core,
Ho il vin nella testa,
Che gioia, che festa,
Che amabile ardor.
Amando, scherzando,
Trincando liquor,
M’avvampo, mi scampo
Da noie e dolor.
Cantiam, gradita è la vita
Fra Bacco ed Amor.
Danziamo, cantiamo,
Alziamo il bicchier,
Ridiam, sfidiam
I tristi pensier!
Regina divina,
La madre d’Amor,
Guiliva rinnova,
Rinnova ogni cor.
Balzante, spumante
Con vivo bollor,
E il vino divino
Del mondo signor.
Già ballo, traballo,
Che odor, che vapor,
Si beva, ribeva
Con sacro furor.
Cantiam, la vita è compita
Fra Bacco ed Amor.
Evviva, evviva,
Le donne e il liquor,
La vita è compita
Fra Bacco ed Amor.
CORTE CARLO PEPOLI
Il rimprovero
Mi lagnerò tacendo
Della mia sorte amara!
Ma ch’io non t’ami, o cara,
Non lo sperar da me.
Crudel, perchè fin’ora
Farmi penar così?
PIETRO METASTASIO
La serenata
Mira la bianca luna
Ascosa d’un bel vel,
Vieni alla selva bruna,
Vieni, ci arride il ciel.
Vieni, là tra quell’ombra oscura,
Vieni, non far rumor,
Vien, deh! vien, ti rassicura
Non lo saprà che Amor.
CONTE CARLO PEPOLI
La danza
Già la luna è in mezzo al mare,
Mamma mia, si salterà;
L’ora è bella per danzare,
Chi è in amor non mancherà.
Presto in danza a tondo,
Donne mie, venite qua,
Un garzon bello e giocondo
A ciascuna toccherà.
Finchè in ciel brilla una stella
E la luna splenderà,
Il più bel con la più bella
Tutta notte danzerà.
Mamma mia, mamma mia,
Già la luna è in mezzo al mare,
Mamma mia, si salterà.
Frinche, frinche.
Salta, salta, gira, gira,
Ogni coppia a cerchio va,
Già s’avanza, si ritira
E all’ assalto tornerà.
Serra, serra colla bionda
Colla bruna va qua e là,
Colla rossa va a seconda
Colla smorta fermo sta.
Viva il ballo a tondo a tondo,
Sono un re, sono un bascià,
È il più bel piacer del mondo,
La più cara voluttà.
CONTE CARLO PEPOLI
La pesca
Già la notte s’avvicina, Vieni, o Nice, amato bene,
Della placida marina
Le fresch’ aure a respirar.
Non sa dir che sia diletto
Chi non posa in queste arene Or che un lento zeffiretto Dolcemente increspa il mar.
PIETRO METASTASIO
I marinari
Marinaro in guardia sta!
In guardia sto.
Gia’ la notte più s’imbruna,
Gia’ il buon vento si cangio’.
Mugge l’onda: In gran fortuna presto il mar si levera’.
Marinaro in guardia sta. In guardia sto. Oh!
Attento sta, Tira, allenta.
A poppa, a prora, Via la vela,
Ancora ancora’ Gia’ di bordo si volto’.
Dove andrem? Chi sa?
Marinaro in guardia sta. In guardia sto.
Romba il tuono Il vento sibila,
La saetta gia’ striscio’. Si fa, l’acqua.
Dove? La’. Su, coraggio, io vincero’.
Marinaro in guardia sta. In guardia sto.
Nel furor della fortuna Mai timor mi prendera’,
L’angiol mio dalla laguna Ho gia’ fede che prego’.
Marinaro in guardia sta. In guardia sto.
Ecco il ciel si fa sereno, Spunta il sol nel suo splendor,
Guido’ a noi l’arcobaleno La preghiera dell’amor.
Sceso a spiaggia, la mia bella Mille volte vo’baciar,
Sara’ ognor a vera stella Del suo fido marinar
A riva, a riva, Viva il mar.
CONTE CARLO PEPOLI