i testi delle Serate musicali

 I TESTI delle
Soirées musicales 
dodici canzoni per voce e pianoforte in forma di quadri scenici
di
Gioachino Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868)
La promessa

Ch’io mai vi possa lasciar d’amare,

No, noI credete, pupille care,

Nemmen per gioco v’ingannerò.

Voi sole siete le mie faville,

E voi sarete, care pupille,

Il mio bel foco sin ch’io vivrò.

PIETRO METASTASIO (1698-1782)

La partenza

Ecco quel fiero istante,

Nice, mia Nice, addio;

Come vivrò, ben mio,

Così lontan da te?

Io vivrò sempre in pene,

 Io non avrò più bene,

E tu, chi sa se mai

Ti sovverrai di me?

Sempre nel tuo cammino

 M’avrai vicino,

E tu, chi sa, se mai

Ti sovverrai di me?

PIETRO METASTASIO

L’invito

Vieni, o Ruggiero,

La tua Eloisa

Da te divisa

No, non può restar:

Alle mie lacrime

Già rispondevi,

Vieni, ricevi Il mio pregar.

Vieni, o bell’angelo,

Vien, mio diletto,

Sovra il mio petto

Vieni a posar!

Senti se palpita,

Se amor t’invita,

Vieni, mia vita,

Vieni, fammi spirar.

CONTE CARLO PEPOLI (1796-1881)

La gita in gondola

Voli l’agile barchetta,

Voga, voga, o marinar,

Or ch’Elvira mia diletta

A me in braccio sfida il mar.

Brilla in calma la laguna,

Una vela non appar,

Pallidetta è in ciel la luna,

Tutto invita a sospirar.

Voga, voga marinar …

Se ad un bacio amor t’invita,

Non temer, mio bel tesor,

Tu saprai che sia la vita

Sol nel bacio dell’amor.

Ma già un zeffiro sereno

Dolce ondeggia il mar,

Vieni, Elvira, a questo seno

Vieni, e apprendi a palpitar!

Voga, voga marinar …

CONTE CARLO PEPOLI

La pastorella dell’Alpi

Son bella pastorella,

Che scende ogni mattino

Ed offre un centellino

 Di fresche frutta e fior.

Chi viene al primo albore

Avrà vezzose rose

E poma rugiadose,

 Venite al mio giardin.

Chi nel notturno orrore

Smarrì la buona via,

Alla capanna mia

Ritroverà il cammin.

Venite, o passaggiero,

 La pastorella è qua,

Ma il fior del suo pensiero

 Ad uno sol darà!

CONTE CARLO PEPOLI

La regata veneziana

Voga, o Tonio benedeto,

Voga, voga, arranca, arranca:

Beppe el suda, el batte l’anca,

Poverazzo el nol pò più.

Caro Beppe el me veccieto,

No straccarte col te remo;

Za ghe semo, za ghe semo,

Spinze, daghe, voga più.

Ziel pietoso, una novizza

C’ha el so ben nella regada,

Fala, o zielo, consolada,

No la far stentar de più.

CONTE CARLO PEPOLI

 

 L’orgia

Amiamo, cantiamo

Le donne e il liquor,

Gradita è la vita

Fra Bacco ed Amor.

Se Amore ho nel core,

Ho il vin nella testa,

Che gioia, che festa,

Che amabile ardor.

Amando, scherzando,

Trincando liquor,

M’avvampo, mi scampo

Da noie e dolor.

Cantiam, gradita è la vita

Fra Bacco ed Amor.

Danziamo, cantiamo,

Alziamo il bicchier,

Ridiam, sfidiam

I tristi pensier!

Regina divina,

La madre d’Amor,

Guiliva rinnova,

Rinnova ogni cor.

Balzante, spumante

Con vivo bollor,

E il vino divino

Del mondo signor.

Già ballo, traballo,

Che odor, che vapor,

Si beva, ribeva

Con sacro furor.

Cantiam, la vita è compita

Fra Bacco ed Amor.

Evviva, evviva,

Le donne e il liquor,

La vita è compita

Fra Bacco ed Amor.

CORTE CARLO PEPOLI

Il rimprovero

Mi lagnerò tacendo

Della mia sorte amara!

Ma ch’io non t’ami, o cara,

Non lo sperar da me.

Crudel, perchè fin’ora

Farmi penar così?

PIETRO METASTASIO

La serenata

Mira la bianca luna

Ascosa d’un bel vel,

Vieni alla selva bruna,

Vieni, ci arride il ciel.

Vieni, là tra quell’ombra oscura,

Vieni, non far rumor,

Vien, deh! vien, ti rassicura

Non lo saprà che Amor.

CONTE CARLO PEPOLI

La danza

Già la luna è in mezzo al mare,

Mamma mia, si salterà;

L’ora è bella per danzare,

Chi è in amor non mancherà.

Presto in danza a tondo,

Donne mie, venite qua,

Un garzon bello e giocondo

A ciascuna toccherà.

Finchè in ciel brilla una stella

E la luna splenderà,

Il più bel con la più bella

Tutta notte danzerà.

Mamma mia, mamma mia,

Già la luna è in mezzo al mare,

Mamma mia, si salterà.

Frinche, frinche.

Salta, salta, gira, gira,

Ogni coppia a cerchio va,

Già s’avanza, si ritira

E all’ assalto tornerà.

Serra, serra colla bionda

Colla bruna va qua e là,

Colla rossa va a seconda

Colla smorta fermo sta.

Viva il ballo a tondo a tondo,

Sono un re, sono un bascià,

È il più bel piacer del mondo,

La più cara voluttà.

CONTE CARLO PEPOLI

 La pesca

Già la notte s’avvicina, Vieni, o Nice, amato bene,

Della placida marina

Le fresch’ aure a respirar.

Non sa dir che sia diletto

Chi non posa in queste arene Or che un lento zeffiretto Dolcemente increspa il mar.

PIETRO METASTASIO

I marinari

Marinaro in guardia sta!

In guardia sto.

Gia’ la notte più s’imbruna,

Gia’ il buon vento si cangio’.

Mugge l’onda: In gran fortuna presto il mar si levera’.

Marinaro in guardia sta. In guardia sto. Oh!

Attento sta, Tira, allenta.

A poppa, a prora, Via la vela,

Ancora ancora’ Gia’ di bordo si volto’.

Dove andrem? Chi sa?

Marinaro in guardia sta. In guardia sto.

Romba il tuono Il vento sibila,

La saetta gia’ striscio’. Si fa, l’acqua.

Dove? La’. Su, coraggio, io vincero’.

 Marinaro in guardia sta. In guardia sto.

Nel furor della fortuna Mai timor mi prendera’,

L’angiol mio dalla laguna Ho gia’ fede che prego’.

Marinaro in guardia sta. In guardia sto.

Ecco il ciel si fa sereno, Spunta il sol nel suo splendor,

Guido’ a noi l’arcobaleno La preghiera dell’amor.

Sceso a spiaggia, la mia bella Mille volte vo’baciar,

Sara’ ognor a vera stella Del suo fido marinar

A riva, a riva, Viva il mar.

CONTE CARLO PEPOLI