Recensioni

fonte: Messaggero Veneto DOMENICA 20 DICEMBRE 2009)

di Sergio Zolli

Quando la fede canta in friulano

Artemìa, Sot le piargule, voci soliste e insieme strumentale interpretano il “Magnificat” in marilenghe e alcune belle pagine di Antonio Qualizza

Applausi a Cividale per “la me anime e cjante” di Giuliano Fabbro

CIVIDALE. Il concerto dell’Avvento in duomo ha visto l’altra sera la rappresentazione de La me anime e cjante, dedicato alla memoria del musicista, musicologo e giornalista Renato della Torre.
Il concerto si apre con il dolce Vegliate pastori (Pastierci ne spite), canto popolare natalizio delle valli del Natisone per coro di voci bianche nella versione del cividalese Antonio Qualizza, interpretato dalle belle voci del coro Artemìa di Torviscosa diretto da Denis Monte, cui subentra poi il coro Sot le piargule di Percoto diretto da Michele D’Antoni che propone, assieme al soprano Elisabetta Spinelli e all’organista Valentina Salucci, un’intima e commovente Ave Maria per coro virile, soprano e organo dello stesso Qualizza, Il trio di composizioni di Qualizza è concluso dal gruppo strumentale formato da Mariateresa Bazzaro all’arpa, Valentina Salucci all’organo, Tiziano Cantoni ai flauti, Cristina Monticoli all’oboe e al corno inglese, Elena Paroni ai clarinetti, Cristiano Zampar, Andrea Comoretto e Paolo Amato ai corni, Andrea Picogna alla tromba, Anna Flumiani al fagotto, Tom Hmeljak alle percussioni e Fabio Serafini al contrabbasso e diretto da Denis Monte, che presenta Pastorale a Stregna, pagina
dal sapore respighiano e di pregiata fattura per il raffinato uso delle armonie, esaltato dalla bravura degli esecutori.
Segue La Nunsiade, Missus in lingua friulana per soprano, coro maschile, coro di voci bianche e insieme strumentale composto da Giuliano Fabbro. Varie contaminazioni culturali percorrono questo lavoro profondamente intriso di una spiritualità che scava nelle profondità arcaiche della marilenghe, vestendola di un linguaggio musicale moderno, nel quale svariati influssi trovano nell’opera di Fabbro un’originale sintesi, capace di creare atmosfere di grande suggestione, grazie a un sapiente uso di timbri, ritmi e armonie.
Sapienza compositiva ben assecondata dal gruppo strumentale e dai ragazzi di Artemìa, che sanno tradurre le intenzioni dell’autore con grande musicalità e bel suono. L’intensa voce di Giorgio Monte, del Teatrino del Rifo, ci racconta in friulano e con accenti d’intensa partecipazione il monologo della visita della Madonna a Sant’Elisabetta, che introduce il brano che dà il nome alla serata,Le me anime e cjante di Giuliano Fabbro, un Magnificat in lingua friulana per soprano, coro maschile, coro di voci bianche e insieme strumentale, composizione di grande intensità che alterna a momenti di slancio espressivo ad altri di più intima sonorità, diretta con sorprendente abilità dallo stesso autore.
Il concerto dedicato a Renato della Torre si chiude con Diu al è cun no, che strappa con i suoi accenti di speranza e di trionfo della vita sulla morte calorosissimi applausi al pubblico cividalese. Si replica stasera in duomo a Palmanova.


da

IL GAZZETTINO

domenica 20 dicembre 2009

di Daniela Bonitatibus

Calorosa accoglienza nel Duomo di Cividale per la prima assoluta de La me anime e cjante, Magnificat in marilenghe che potremo riascoltare que­sta sera nel Duomo di Palmano­va, con inizio alle 20,30. Oltre alla scrittura sensibile e consi­stente di Giuliano Fabbro, com­positore friulano dell’ultima ge­nerazione, il lavoro ha un impat­to immediato sull’ascoltatore grazie agli artisti impegnati nel progetto, primo fra tutti lo straordinario coro di voci bianche Artemia di Torviscosa, preparato da Denis Monte. L’opera fa il paio con la precedente creatura di Fabbro, quella Nunsiade già apprezzata cinque anni fa come primo encomiabile esempio di Missus in lingua friulana. A fare da trait d’union fra le due pagine, il brevissimo e apprezzato monologo di Giorgio Monte Visita a Santa Elisabetta. La cura del set di percussioni, i caldi registri dell’arpa, l’equilibrio della partitura strumentale e le voci del soprano Elisabetta Spinelli e del Coro virile Sot la Piargule di Percoto tratteggiano di modernità uno degli episodi più emblematici dell’Avvento. Per calarsi nell’atmosfera natalizia, fanno da contorno al programma piacevoli armonizzazioni di canti popolari delle Valli del Natisone, firmate dell’etnomusicologo Antonio Qualizza: Vegliate pastori, Ave Maria e Pastorale a Stregna.