Recensione

Il Missus di Giuliano Fabbro la sua evoluzione e la recentissima affermazione nella versione friulana: La Nunsiade  

di Alberto Picotti, 8 febbraio 2005

Il tempo d’Avvento del 2004 ha goduto in Friuli una conclusione eccezionale. Il fatto si riferisce alla prima presentazione di un nuovo Missus con tre esecuzioni in altrettante chiese della Diocesi di Udine. L’eccezionalità è presto detta e si può riassumere in due punti: il testo del Missus per la prima volta in lingua friulana e il successo ottenuto che trova perfettamente appropriata la definizione “trionfale”. Abbiamo avuto modo di seguirlo personalmente, il 19 dicembre scorso, nella parrocchiale di Premariacco. La chiesa era letteralmente gremita di gente accorsa così numerosa sull’onda dell’entusiasmante esito già conseguito nelle due precedenti esecuzioni rispettivamente a Magnàno in Riviera e a Verzegnis. Nelle chiese gli applausi non sono certamente programmati e suggeriti (come può capitare in talune trasmissioni); qui, a giustificare la definizione “trionfale” sta proprio la spontanea, fragorosa esplosione dei battimani da parte di un pubblico scattato in piedi, come un sol uomo, dopo l’ultima nota conclusiva del concerto. Un’emozione da serrare la gola. Non abbiamo cronometrato quegli applausi, ma pensiamo che si possa parlare di un quarto d’ora o poco giù di lì: era l’espressione di entusiasmo, di compiacimento, di gratitudine ai generosi sessanta esecutori di quest’opera e, particolarmente, all’autore del testo musicale che ha pure diretto i complessi corali ed orchestrali. E citiamo dunque il Maestro Giuliano Fabbro, di San Vito di Fagagna (UD), che il noto critico Renato della Torre definisce “giovane e brillante pianista e compositore…che unisce la passione della musica strumentale a quella per il coro”. Proprio con quest’ “opera di arte e di fede” – com’è stata definita ancora da Renato della Torre – Giuliano Fabbro s’è rivelato ed imposto all’attenzione di chi ha avuto il privilegio di ascoltare la sua musica e di coglierne la profonda sensibilità della forza espressiva.           Fra i sessanta protagonisti esecutori dell’opera, solisti, coristi, orchestrali ricordiamo con il ruolo del narratore il gruppo corale virile “Sot le piargule” di Percoto, diretto dallo stesso M° Fabbro; il coro di voci bianche “Artemìa” di Torviscosa, diretto da Barbara Di Bert e Denis Monte, che ha sostenuto l’angelus ; i soprani solisti Lorena Ribis e Dina Piasentin; gli organisti Antonio Qualizza e Andrea Toffolini, e poi Tiziano Cantoni ai flauti, Evaristo Casonato all’oboe e al corno inglese, Vences Biscontin ai clarinetti, Olivia Scarpa al fagotto, Giovanni Vello alla tromba, Cristiano Zampar e Andrea Comoretto ai corni, Fabio Serafini al contrabbasso, Tom Hmeljak alle percussioni e Mariateresa Bazzaro all’arpa.    Lo stesso arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo, che ha ricevuto in dono la partitura e la registrazione del lavoro di Giuliano Fabbro si è vivamente compiaciuto con il Maestro estendendo il suo apprezzamento anche per il coinvolgimento, nell’impresa, di numerosi giovani suscitandone così vivo entusiasmo. Nelle stesse intenzioni del compositore c’era il costante pensiero ai giovani; pure nella scelta della madre lingua friulana ha colto qualcosa di nuovo, di più adatto alle nuove generazioni come scelta buona e indubbiamente positiva. Dai risultati appare già chiaramente che aveva visto giusto e sono ancora i risultati stessi ad assicurare meritata continuità alla sua opera dedicata a Don Mario Tavano – per lunghi anni amatissimo parroco del suo paese – che gli ha lasciato una profonda, indimenticabile impronta formativa. Va precisato che il testo friulano è stato ricavato da La Bibie pubblicata nel 1997, con i dovuti imprimatur, dall’Istituto Pio Paschini per la storia della Chiesa in Friuli.   Noi friulani sappiamo bene come il Missus faccia parte della Novena di Natale di cui si ricorda il remoto inizio a Udine, in Santa Maria del Castello, con il Patriarca Francesco Barbaro (1596-1616): ed è proprio da lì che la Novena di Natale si propagò rapidamente nella Diocesi fino a diventare d’uso tanto comune e popolare da chiamarla abitualmente il Missus: “Andiamo al Missus!” significava e significa sempre “andare alla Novena di Natale”.    C’è tuttavia una lunga storia evolutiva del Missus, beninteso relativamente alla musica che lo accompagna poiché esso trae origine dal Vangelo di Luca (I, 26-38) e si riferisce all’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele. Infatti: Gabriele “missus est”, cioè “fu inviato” da Dio alla Vergine Maria in una città della Galilea chiamata Nazaret… E’ per questo che il Missus del M° Giuliano Fabbro è definito friulanamente La Nunsiade, cioè l’Annunciazione.    E’ dalla fine del Settecento che il Missus trovò nuova musica, inizialmente con Giovanni Battista Tomadini (Udine 1738-1799), maestro di cappella nella sua città dal 1770 fino alla morte. L’esempio fu seguito nell’Ottocento da Antonio de Zorzi e da Domenico Quirico Pecile, entrambi udinesi, dal mantovano Francesco Comencini che nel 1838 dirigeva l’Istituto Filarmonico di Udine e da altri ancora che musicarono dei Missus per una voce con recitativi ed arie. Quindi il Missus fu riportato in forma drammatica dal Girardi che ricordiamo per una sua composizione a tre voci. A lui seguirono due grandi della musica sacra friulana: Giovanni Battista Candotti (Codroipo,Ud.1809-Cividale del Friuli,1876) e Jacopo Bartolomeo Tomadini di Cividale (1820-1883); l’uno maestro dell’altro, vissero inseparabili e attivissimi, sempre a Cividale, rifiutando sovente lusinghieri inviti per prestigiose destinazioni. Celebri per le loro opere affermatesi ben oltre i confini nazionali, si cimentarono entrambi anche nel Missus: assai diffuso quello del Candotti quanto splendido quello del Tomadini che fecero rivivere nelle nostre chiese un profondo spirito evangelico. Nel Novecento dobbiamo a Vittorio Franz di Moggio Udinese (1859-1931) la composizione di diversi Missus che contribuirono a “ravvivare in tutto il Friuli lo spirito mistico ed idillico proprio del genere”.   Arriviamo così, all’alba del terzo millennio, con un nuovo originalissimo Missus: La Nunsiade, appunto, di Giuliano Fabbro che rinnova e perpetua splendidamente, in chiave moderna, una preziosa tradizione profondamente radicata nello spirito religioso del nostro popolo.