Dopo La Nunsiade, un’altra pagina del Vangelo di Luca è stata messa in musica da Giuliano Fabbro. Si tratta de La mê anime e cjante, dedicata alla memoria del compianto musicologo Renato della Torre, maestro e amico dell’autore; un Magnificat in marilenghe, per soprano, coro virile, coro di voci bianche e insieme strumentale.
La mê anime e cjante è il felice seguito di un progetto avviato da nel 2004 con la presentazione al pubblico de La Nunsiade, primo Missus in friulano per cori e strumenti, riprendendo in chiave moderna la tradizione iniziata nel XVIII secolo da diversi compositori della nostra terra.
La Nunsiade proposta nel dicembre 2004 a Magnano in Riviera, nell’ambito della stagione concertistica Musica e canto in Friuli dall’Ottocento all’Oggi diretta da Renato della Torre, fu recensita e sentita come un’opera d’arte e fede, capace di conquistare con il suo lirismo e la sua profondità.
Come per il Missus, l’autore ha ricavato il testo del Magnificat da la Bibie, traduzione in friulano dei Sacri testi ad opera di mons. Antonio Bellina, pubblicata nel 1997 dall’Istituto Pio Paschini.
La prima esecuzione assoluta si svolgerà nella suggestiva cornice del duomo di Cividale, terra natale di Renato della Torre e sarà l’occasione per ricordare il compianto musicologo a quattro anni dalla sua prematura scomparsa. La rappresentazione sarà impreziosita dall’esecuzione di brani corali del compositore cividalese Antonio Qualizza e da un monologo teatrale interpretato da Giorgio Monte del Teatrino del Rifo. La direzione artistica è affidata a Denis Monte, curatore, insieme a Michele D’Antoni, della preparazione musicale delle due corali
I concerti con La me anime e cjante e la Nunsiade
venerdì 18 dicembre,
Cividale del Friuli, Duomo
(clic qui per il servizio le foto dell’evento)
sabato 19 dicembre,
Percoto di Pavia di Udine, Chiesa parrocchiale
domenica 20 dicembre,
Palmanova, Duomo
sabato 18 dicembre ore 20.30
Chiesa di S. Maria la Longa
domenica 19 dicembre ore 17.00
Duomo di Tolmezzo
La me anime e cjante
musica di Giuliano Fabbro
Siamo nel tempo di Avvento e il Vangelo di Luca ci narra che Maria, nei giorni seguenti l’Annunciazione (il Missus, La Nunsiade), è in visita alla cugina Elisabetta. Il bambino che porta in grembo, Giovanni, detto poi il Battista, al sentire la voce di Maria, sussulta nel suo ventre. Elisabetta allora, saluta la vergine, chiamandola Beata e Maria risponde: “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio mio Salvatore!” (Lc 1, 46-55).
E’ un vero e proprio inno sul modello dei salmi dell’Antico Testamento, che Maria rivolge a Dio, quello che la tradizione cristiana conosce, nella versione latina, come il Magnificat. La me anime e cjante rivela l’intensità di questo cantico: non è il cantico della sola Vergine Maria, ma è l’inno del genere umano tutto, donne e uomini, giovani e anziani, che con Maria si identificano con Dio fatto uomo, vivo, nella storia, e che rinasce anche questo Natale.